Le polizze ramo vita e danni

Il contratto di assicurazione, definito dall’art. 1882 del Codice Civile italiano, è quel contratto col quale l’assicuratore, verso il pagamento di un premio, si obbliga a rivalere l’assicurato, entro i limiti convenuti, del danno ad esso prodotto da un sinistro, ovvero a pagare un capitale o una rendita al verificarsi di un evento attinente alla vita umana.

Dal testo sopra riportato emerge una chiara proposta di classificazione della assicurazioni in due tipologie di rami:

  • ramo danni,  in cui la prestazione dell’assicuratore è un risarcimento a fronte di danni materiali subiti dall’assicurato ( danni alle persone, come ad esempio quelli causati da malattie che comportano il sostenimento di spese mediche, sia di danni ai beni di proprietà dell’assicurato, vedi il furto, l’incendio, la grandine ed altro ancora). Rientrano nel ramo danni anche la responsabilità civile, come ad esempio i danni arrecati a terzi in seguito alla guida di un autoveicolo o durante l’espletamento di un’attività professionale.
  • ramo vita, nelle quali la prestazione dell’assicuratore consiste nel pagamento di somme al verificarsi di prestabiliti eventi inerenti la vita ( durata di vita) di una persona ( o più persone).

La classificazione così fatta,  sicuramente sommaria sotto i vari profili, diventa interessante quando si vuole studiare le problematiche attuariali, finanziarie e probabilistiche.

 RAMO DANNI: Il settore delle assicurazioni contro i danni è molto ampio e si articola su una notevole varietà di coperture assicurative. Le polizze del “ramo danni” tutelano l’assicurato da eventi che possono danneggiare singoli beni del suo patrimonio (ad esempio la casa o l’auto), le sue possibilità di guadagno, il patrimonio nel suo complesso o la sua persona.

Riportiamo di seguito qualche cenno descrittivo sui vari tipi di copertura.

Le assicurazioni danni contro le cose: in questa categoria rientrano le assicurazioni contro eventi che possono comportare danni a veicoli, abitazioni o altro bene fisico che faccia parte del patrimonio dell’assicurato e più precisamente le assicurazioni incendi e le assicurazioni furti.

Le assicurazioni danni contro le persone: in questa categoria rientrano le assicurazioni che offrono una garanzia nei casi di malattia o infortunio.

Le assicurazioni di Responsabilità Civile (R.C.):  in tali coperture l’assicuratore si impegna a corrispondere, per conto dell’assicurato, risarcimenti conseguenti ad obbligazioni insorte da una condotta dell’assicurato (non dolosa) che ha originato o quanto meno non ha impedito il verificarsi di danni. Pertanto tutelano l’assicurato contro il rischio di una variazione negativa del patrimonio dovuta a richieste di risarcimento per danni provocati involontariamente a terzi (Responsabilità civile). In Italia il ramo R.C. è suddiviso in due sottorami: la R.C. Auto e la R.C. diversi. Le R.C. auto comprendono gli indennizzi per danni causati a persone o a cose durante la guida di un veicolo. Il sottoramo R.C. diversi  comprende a sua volta varie coperture, tra le quali la R.C. dell’imprenditore, riguarda sia le obbligazioni verso i dipendenti sia verso terzi danneggiati ma estranei al rapporto di lavoro. Rientrano nella R.C. diversi anche la R.C. prodotti che copre i danni connessi con l’attività di produzione, quali quelli conseguenti a difetti di fabbricazione, confezionamento, erronee istruzioni per l’uso, ecc. Abbiamo ancora le R.C. professionali, relativa a danni provocati nell’esercizio dell’attività di un professionista. Appartengono alle assicurazioni di responsabilità civile anche le R.C. famiglia, relative a danni provocati da attività extraprofessionali connesse con la normale vita di nuclei familiari. Rientrano ancora nelle assicurazioni R.C. le Auto Rischi Diversi, tale denominazione designa un insieme di coperture assicurative inerenti agli autoveicoli, con esclusione dell R.C. auto e più precisamente la garanzia incendio dell’autoveicolo, la garanzia furto dell’autoveicolo o di sue parti, la garanzia guasti accidentali o kasko, che copre i danni derivanti all’autoveicolo da sinistri causati dall’assicurato. La garanzia ritiro patente che prevede un’indennità giornaliera per il periodo del ritiro temporaneo della patente per le infrazioni previste dal Codice della strada.

Le assicurazioni credito: Queste coperture garantiscono il risarcimento dei danni derivanti dalla perdita dei “diritti di credito”, cioè quelli subiti da un soggetto (creditore) per il mancato soddisfacimento da parte di un altro soggetto (debitore) di un determinato obbligo di pagamento.

Altre forme di assicurazioni danni sono le assicurazioni di Cauzioni, le assicurazioni grandine, le assicurazioni trasporti, le assicurazioni aviazione, le assicurazioni tecniche e le assicurazioni Assistenza. queste ultime sono forme di assicurazione che comportano prestazioni di servizio. La denominazione “assicurazione di assistenza” indica quel complesso di coperture che prevedono prestazioni di servizio qualora l’assicurato si trovi in situazione di difficoltà a seguito del verificarsi di un evento fortuito. Riportiamo alcuni esempi: consulenza medica durante viaggi, organizzazione del rientro nella città di residenza in caso di infortunio o malattia, invio di medicinali urgenti, soccorso stradale, rimpatrio del veicolo dall’estero, interventi urgenti per riparazioni domestiche, ecc.

RAMO VITA: Anche se non si riscontra una varietà di coperture paragonabile a quella che caratterizza le assicurazioni contro i danni, la diversificazione presente in tale insieme di assicurazione suggerisce di operare un’opportuna classificazione. Si può comunque affermare che le polizze “ramo vita” prevedono l’obbligo per l’assicuratore di versare a uno o più beneficiari, indicati nel contratto di assicurazione, un capitale o una rendita qualora si verifichi un evento attinente la vita dell’assicurato o del contraente (le due figure possono coincidere) come morte o invalidità. Sono forme di risparmio il cui obiettivo principale è la tutela dell’assicurato e dei suoi familiari contro eventi legati alla non conoscenza della durata della vita umana. Queste tipologie di danno vengono risarcite secondo tecniche e modalità diverse: l’erogazione di un capitale, di una rendita o di un indennizzo o, ancora, esistono assicurazioni collegate a fondi d’investimento comune (dette anche linked)

Le assicurazioni sulla vita si distinguono, principalmente, in tre tipologie:

– Le polizze “caso vita”. La compagnia si impegna al riconoscimento di un capitale o di una rendita nel caso in cui l’assicurato sia in vita alla scadenza del contratto.

Le polizze “caso morte”. La compagnia si impegna al pagamento di un indennizzo nei confronti del beneficiario del contratto di assicurazione qualora si verifichi il decesso dell’assicurato. Questo tipo di polizza può essere: temporanea, se contempla il pagamento nel caso il decesso avvenga nel corso della durata del contratto; a vita intera, se il pagamento è previsto in qualunque momento della vita si verifichi il decesso e, quindi, il contratto copre l’intera vita dell’assicurato.

Le polizze “miste”. La compagnia è tenuta a corrispondere il capitale se l’assicurato è ancora in vita alla scadenza del contratto di assicurazione, ma prevede anche il versamento di un capitale al beneficiario nel caso si verifichi il decesso dell’assicurato durante il periodo contrattuale.

Polizza index-linked. Contratto di assicurazione sulla vita ad elevato contenuto finanziario che lega la prestazione dell’assicuratore all’andamento di un particolare indice, in genere espressivo dell’evoluzione dei marcati azionari. Solitamente, il contraente versa un premio unico in cambio di un capitale pari al premio versato, rivalutato in base all’incremento registrato dall’indice di riferimento nel periodo di durata del contratto.

– Polizza unit-linked. Contratto di assicurazione sulla vita ad elevato contenuto finanziario che lega la prestazione dell’assicuratore all’andamento del valore delle quote di un fondo di investimento interno o esterno all’impresa di assicurazione.

Polizza rivalutabile. Contratto di assicurazione sulla vita che lega il livello delle prestazioni dell’assicuratore e, eventualmente, quello dei premi dovuti dal contraente, al rendimento che l’assicuratore ottiene investendo i premi raccolti. Questi ultimi vengono immessi in una particolare gestione separata rispetto al complesso delle attività dell’impresa; i rendimenti ottenuti vengono consolidati ogni anno e quindi aumentano la prestazione garantita secondo una determinata percentuale (aliquota di retrocessione) stabilita in contratto.

Le polizze vita richiedono un’ulteriore distinzione in rami:

RAMO I: Assicurazioni sulla durata della vita umana.

RAMO II: Assicurazioni di nunzialità e di natalità.

RAMO III: Assicurazioni le cui prestazioni principali sono direttamente collegate al valore di quote di organismi di investimento collettivo del risparmio o di fondi interni ovvero ad indici ed altri valori di riferimento (es. Unit linked e Index linked).

RAMO IV: Assicurazioni malattia e assicurazioni contro il rischio di non autosufficienza che siano garantite mediante contratti di lunga durata, non rescindibili, per il rischio di invalidità grave dovuta a malattia o a infortunio o a longevità.

RAMO V: Operazioni di capitalizzazione (assicurazioni finanziarie non dipendenti dalla vita umana, che prevedono il pagamento di un capitale alla scadenza del contratto).

RAMO VI: Operazioni di gestione di fondi collettivi costituiti per l’erogazione di prestazioni in caso di morte, in caso di vita o in caso di cessazione o riduzione dell’attività lavorativa.

 

Cos’è la gestione separata?

Tra i vari elementi che è importante valutare e a cui far riferimento al momento della scelta c’è la “Gestione separata” che si ha nelle assicurazioni sulla vita generalmente di Ramo I. Si tratta di fondi creati appositamente dalle società di assicurazione e distinti da quelli della compagnia nei quali vengono investiti i capitali dei clienti assicurati. Questo significa che se la compagnia di assicurazione fallisce, il capitale accantonato con le polizze è garantito ai clienti. Le somme raccolte sono investite, prevalentemente, in titoli obbligazionari e i prezzi dei suddetti titoli (per il principio del valore\costo storico) non sono soggetti alle oscillazioni dei mercati finanziari.

La Gestione Separata è un Fondo costituito da un’insieme di Attività Finanziarie gestito dalla Compagnia di Assicurazioni, in cui confluiscono i premi derivanti da contratti di Assicurazione sulla Vita Rivalutabili.

Questi premi, al netto dei costi a carico del Contraente, vengono investiti dalla Compagnia attraverso una gestione professionale.

Il gestore del Fondo cercherà di replicare il cosiddetto Benchmark. Il Benchmark altro non è che un parametro di riferimento costituito da un paniere di indici e fornisce un’indicazione delle prestazioni di un Fondo con caratteristiche simili a quelle della Gestione Separata. Per cui, se il Gestore replica il Benchmark significa che è stato capace di avvicinarsi o di ottenere gli stessi risultati del Fondo con caratteristiche simili.

Il patrimonio della Gestione Separata viene in larga parte investito in obbligazioni e Titoli di Stato. Circa un 10% è destinato al mercato azionario.

I risultati della gestione (interessi, cedole, dividendi) andranno ad incrementare ogni anno il patrimonio del fondo e parte di questo rendimento verrà retrocesso agli Assicurati. Che significa?

Leggendo le Condizioni di Polizza e la Scheda Sintetica di un’Assicurazione sulla Vita Rivalutabile troveremo l’indicazione dell’Aliquota di Retrocessione. Questa altro non è che la percentuale del rendimento complessivo ottenuto dalla Gestione Separata nell’anno assicurativo che verrà riconosciuta al contraente della polizza.

Un’Aliquota di Retrocessione pari all’80% ci dice che del rendimento della Gestione Separata (supponiamo un 4%) ci sarà riconosciuto l’80% (per cui, il 3,20%).

In realtà su questo risultato graverà anche un trattenuto finanziario che rappresenta il costo sostenuto dalla Compagnia per l’attività di gestione. Ad esempio, se il contratto prevede un trattenuto finanziario dell’1,2% in definitiva sul premio, dedotti i costi iniziali, maturerà un rendimento del 2% (partendo da un 3,20% retrocesso, come visto poc’anzi).

Ogni prodotto in commercio ha caratteristiche differenti per cui è molto importante consultare, prima della sottoscrizione, la Scheda Sintetica dei costi e le Condizioni di Assicurazione.
Una caratteristica molto importante della Gestione Separata è che il rendimento è calcolato rapportando i proventi del periodo al patrimonio valutato a “costo storico”. Così facendo, le plusvalenze e le minusvalenze che derivano dal confronto dei prezzi di acquisto con i prezzi di mercato dei Titoli, non concorrono a determinare il rendimento.

Facciamo un esempio :

Supponiamo che il patrimonio della Gestione Separata costituito da tutti i premi versati dai clienti in Assicurazioni Rivalutabili, sia pari a 100.

Supponiamo, inoltre, che tutto il patrimonio venga investito in Titoli di Stato. Ciò significa che il gestore acquisterà Titoli di Stato per un valore di 100.

Al termine del periodo di riferimento i proventi generati sono pari a 7.

Il rendimento ottenuto sarà quindi pari a 7 (proventi) / 100 (patrimonio valutato a costo storico) = 7%.

Se al termine del periodo di riferimento avessimo utilizzato il prezzo di mercato dei Titoli anziché il costo storico (prezzo di acquisto iniziale), questo avrebbe potuto essere inferiore o superiore al prezzo di acquisto, e generare di conseguenza un rendimento rispettivamente superiore o inferiore. La valutazione a costo storico è consentita dal fatto che le Gestioni Separate solitamente attendono la scadenza dei Titoli di Stato o delle Obbligazioni acquistate (che possono avere anche una durata trentennale) per ritornare in possesso del capitale investito e quindi riscuotono il valore nominale del titolo, pari nella maggior parte dei casi al costo storico sostenuto. Questo meccanismo consente una certa regolarità nei rendimenti.

Ragionando sul procedimento appena descritto sinteticamente, si spiega anche la motivazione delle penali stabilite nell’Assicurazione Vita Rivalutabile in caso di recesso anticipato e di riscatto del capitale.

Per garantire a scadenza il capitale versato infatti, la Compagnia e il gestore devono attenersi a determinate regole e una fuoriuscita incontrollata dei capitali investiti (pensiamo ad un’ipotetica richiesta di riscatto di massa) metterebbe in serio pericolo la stabilità della Gestione e quindi la garanzia di restituzione delle somme versate per tutti coloro che invece decidono di proseguire con il versamento dei premi.

Altre caratteristiche importanti della Gestione Separata sono :

  • Il Consolidamento dei risultati ottenuti dalla gestione. Il rendimento maturato ed attribuito al Contratto è definitivamente acquisito e non risente dei futuri andamenti della Gestione Separata;
  • Il Rendimento minimo garantito. Indipendentemente dall’andamento della Gestione Separata, contrattualmente viene stabilito un rendimento minimo che sarà corrisposto alla scadenza naturale.
  • La Garanzia di restituzione dell’intero capitale versato. Le Gestioni Separate, come visto, sono improntate ad una gestione molto contenuta del rischio e diversificano pesantemente gli investimenti. Per di più gli strumenti utilizzati sono titoli obbligazionari denominati in Euro emessi da Stati Sovrani o Organismi Sovranazionali.